Una lezione di Kundalini Yoga ha una struttura molto chiara dal principio alla fine, e anche se le classi vere e proprie sono molto varie e "lavorano" su aspetti diversi a livello fisico, mentale e spirituale, ogni classe inizia e termina sempre allo stesso modo. I mantra che si vibrano all'inizio e alla fine possono essere paragonati all'apertura e alla chiusura di un cerchio.
Il primo passaggio, molto utile anche al di fuori del tappetino e nella nostra vita quotidiana, consiste nel fermarsi e respirare. Si assume la classica posizione a gambe incrociate, con i pollici e gli indici in contatto (questo è il "gyan mudra", uno dei "sigilli" che facciamo con le mani, e che in questo caso ci predispone alla ricettività) e ci si concentra sul flusso del respiro. In questo modo ci prepariamo alla lezione vera e propria creando uno spazio personale in cui possiamo lasciare ogni preoccupazione quotidiana fuori dalla porta. Con il controllo del respiro, possiamo iniziare a controllare anche il flusso inarrestabile dei pensieri.
Dopo questa breve preparazione, si uniscono i palmi delle mani davanti al centro del petto (anche questo è un "mudra", è il "mudra della preghiera", che bilancia maschile (rappresentato dalla mano destra) e il femminile (rappresentato dalla mano sinistra), aspetti che fanno parte di noi a prescindere dal nostro genere di appartenenza e dal genere in cui ci identifichiamo. Dopo qualche respiro recitiamo il mantra iniziale "Ong Namo, Guru Dev Namo" per tre volte. Il mantra che viene immediatamente in mente quando parliamo di Yoga è "Om" ed la vibrazione infinita che rappresenta Dio nel suo aspetto assoluto o non manifesto. "Ong" invece rappresenta la manifestazione divina nella creazione. Yogi Bhajan diceva che il Kundalini Yoga è uno Yoga per capifamiglia, in senso lato per tutti coloro che hanno necessità di intervenire nel quotidiano in maniera attiva, quindi non è una differenza di poco conto. Dopo una lezione di Kundalini Yoga si può tornare tranquillamente al caso della nostra quotidianità senza e shock e con un'aumentata disponibilità energetica. "Namo" ha la stessa radice di "Namaste" (e può venire anche l'inglese "name", visto che sia l'inglese che il sanscrito hanno in comune la radice indoeuropea) ed è una vera e propria invocazione. "Ong Namo" vuol dire dunque "Invoco la creatività universale". Guru è uno dei termini più noti e spesso abusati da noi occidentali (alcune volte questa parola ha anche connotazioni negative nella nostra immaginazione). Quello che è meno noto è che viene da due radici "gu" che vuol dire oscurità e "ru" che vuol dire luce. Dunque un guru è chiunque e qualunque cosa ci può portare dall'oscurità alla luce. Può essere una persona (una persona qualunque, non deve essere necessariamente un sedicente guru o un maestro) o può essere un libro, un film, una delle nostre esperienze sia positive che negative. "Dev" è l'aspetto divino mentre "Namo" l'abbiamo già visto brevemente. Dunque "Guru Dev Namo" vuol dire "invoco la saggezza universale". Di conseguenza con "Ong Namo, Guru Dev Namo" ci apriamo alla creatività universale e alla saggezza divina con la consapevolezza che esse non si trovano in un luogo esterno, ma sono già dentro di noi.
Dopo il mantra iniziale o "Adi Mantra" inizia la classe vera e propria, che può lavorare su così tanti aspetti da rendere impossibile una disamina completa in questa sede. Basti pensare che può lavorare sulla flessibilità della spina dorsale, sul sistema nervoso, sul sistema immunitario, sulla circolazione sanguigna, sulla rabbia, sulla forza di volontà e sull'assenza di paura, solo per dirne alcuni. Ogni esercizio può essere adattato dall'insegnante nel rispetto delle caratteristiche fisiche dello studente, per cui è sconsigliabile un approccio intransigente rispetto alla propria pratica. Quello che non possiamo fare adesso (anche il solo sostenere un esercizio fino alla fine del tempo prefissato), impareremo a farlo con il tempo, e durante il cammino impareremo qualcosa su noi stessi. Una nota importante: per fare yoga non bisogna già essere flessibili, muscolosi o super allenati: il Kundalini Yoga accoglie tutti ed è accessibile a tutti. La perfezione non è né importante né desiderabile: quello che conta è l'impegno.
Dopo la classe segue un rilassamento in posizione supina, con la schiena sul tappetino e i palmi delle mani rivolti verso l'alto. Questa è una parte molto importante e la sua efficacia è direttamente proporzionale al nostro impegno durante la classe. "Shavasana", o posizione del cadavere, è una posizione yoga come le altre, ed è scritto che anche se è facile da fare, è molto difficile averne la maestria. Alcune classi prevedono più di un rilassamento.
Dopo un breve risveglio del nostro corpo, passiamo a una meditazione scelta dall'insegnante, a completamento degli aspetti su cui abbiamo lavorato durante la classe. Yogi Bhajan, il maestro indiano che ha insegnato il Kundalini Yoga in occidente dalla fine degli anni '60, ci ha lasciato centinaia di meditazioni, basate sul respiro, o sulla recitazione di un mantra o su una visualizzazione. Ci sono anche meditazioni in movimento o "Celestial communication", molto simili a una meditazioni danzate. Yogi Bhajan le definiva "un dono del cielo".
A conclusione di una classe si canta una canzone (è possibile ascoltare una delle versioni nel video qui sopra), nuovamente con le mani unite davanti al cuore. La canzone, o mantra finale è "may the long time sun shine upon you, all love surround you, and the pure light within you guide your way on", che tradotta in italiano diventa "che il sole ti illumini sempre e l'amore ti circondi, e la pura luce che è dentro di te guidi il tuo cammino". Un vero e proprio augurio che inviamo ai nostri compagni di classe e che contemporaneamente riceviamo da ciascuno dei nostri vicini. I più curiosi possono leggere la storia di questa canzone di augurio in questo interessante articolo. Al termine della canzone vibriamo tre lunghi "Sat Nam", con il "Sat" più lungo e il "Nam" molto breve. "Sat Nam" vuol dire "verità è la mia identità", ed è così che ci salutiamo tra praticanti del Kundalini Yoga, ed è così che ci saluteremo nel Centro Ardas Bahi.
Se sei curiosa (o curioso) e vivi dalle parti di piazza Conca d'oro a Roma, vieni a fare una lezione di prova il mercoledì o il venerdì, a partire dal 7 settembre 2016.
Centro Yoga Ardas Bahi
Presso Studio fisioterapico Friello
Via Val Senio 14, Roma
Tel: 3471557661
Email: centroardasbahi@gmail.com
Lezioni mercoledì e venerdì dalle 18 alle 19,15 circa